Sei quel pezzo di puzzle che mi fa dire “si è lui, si incastrerà perfettamente!”. Ma poi provo e…non è così.
V.

Sei quel pezzo di puzzle che mi fa dire “si è lui, si incastrerà perfettamente!”. Ma poi provo e…non è così.
V.
Bevi vino francese,
mangi pizza italiana,
kebab turco…
La tua democrazia è greca,
il caffè è brasiliano,
la terra ha la sapienza dei nativi precolombiani.
I film sono americani,
il tè è del Tamil,
le t-shirt sono indiane,
l’olio è dell’Arabia saudita.
I computer sono cinesi,
i numeri arabi,
le lettere latine.
Quando dici di odiare i razzisti è un razzismo ancor più sottile.
Sono io,
con la pelle di luna,
pallida, gelida, nuda…
e l’anima vulcanica
che danza incosciente
sul ciglio dall’abisso.
Ti cerco nel freddo,
tra la nebbia ed il silenzio,
incurante delle schegge
e di esser sola.
Dirti vorrei che
il fuoco senza te
non dà calore.
Sei la grazia
a cui aspiro
nel mio
vagabondo errare.
Non mi importa
di quanto tempo
mi rimane,
scruto ancora
i bagliori visibili
oltre i margini del buio…
E dirti vorrei
che il fuoco senza te
non ha colore.
V.
Suonano strane le parole
se anche il cuore duole,
quando è difficile colpire
la tua ombra all’imbrunire…
Suonano strane le parole
se anche l’anima ti vuole,
quando un solo attimo
può regalare un brivido…
Suonano strane le parole
se poi evapori col sole,
quando tu vai via
e non vedi la mia scia…
Suona strana la mia musica
se poi cede in una lacrima,
quando
la stella del mio cielo
si eclissa dietro un velo…
V.
Bali, Indonesia 🇮🇩
Benderò i miei occhi
e ti vedrò
oltre la vista,
sorella, cugina, amica…
Ma tu che etichetta
non hai,
riuscire a spiegare
il sentimento che provo
non so…
Ci immagino insieme
affacciate in silenzio
alla finestra sgangherata
della nonna,
il nostro sguardo
si muove
verso la ripida discesa,
tra la piazza del paese
e la vita.
S’affollano i ricordi
nutrenti slanci
e chiusure
di spiriti bambini.
Riguardo le nostre foto
mentre il tempo fugge,
ma non sarà così…
per sempre.
Custodirò i miei versi
che raccontano di te,
e li terrò distanti
dai clamori di un mondo
che ha obliato
la bellezza.
Non udiranno
le tue sagge parole
sussurrate per placare
il mio sconforto.
Non sapranno che
anche il vento
si fece soffio,
per sfiorare
la tua chioma
di ricci lucenti.
Non scopriranno
come abbiamo mutato
il tempo
in particella d’infinito,
incapace di scalfire
il nostro spirito.
Non conosceranno
l’enigma di due anime
annodate nei millenni
che ogni volta
si ritrovano
e trovano risposta.
V.
20/07/2018
A piedi nudi per la via
un bimbo tira calci
alla sfortuna…
Quasi nudo e sorridente
un altro tira sassi al cielo
mentre finge di volare…
In una via dimenticata
bimbi senza scarpe giocano
con scarti e bottiglie,
regalando ricchi sorrisi.
Dentro una baracca
sotto un ponte
una donna taglia e cuce
vestiti che mai indosserà,
sperando in una vita meno dura.
Un uomo senza denti
e dagli abiti consunti
accompagna il figlio
a scuola
benedicendo il suo futuro.
Storie viste e da vedere,
vissuti veri e giochi duri,
desideri consumati
nei giorni tutti uguali.
Sogni prestati all’occorrenza
imparando a vivere d’istinto
nelle notti senza tetto
finché non mutano le stelle.
V.
Malang, Indonesia.
A volte
mi imbatto
in sensazioni gelide
ed inquietanti:
percepisco il mio corpo
come inanime,
sembro un burattino
ed ho come la sensazione
di divertire qualcuno.
Occhi invisibili mi osservano,
sarò io a condurre i miei passi?
Sarà tutto frutto
di un’alta immaginazione
e suggestione?
O la mano eterna
di una incognita superiore
che mi conduce
dove ha deciso…
V.
“I pomodori di giù” sono strettamente legati alla sfera emotiva.
Solo quando li soffriggo riesco a raggiungere l’apice dei pensieri sull’ amore.
Sabina Gipsy
Cari scrittori e lettori, condivido con voi un ironico ma allo stesso tempo veritiero racconto scritto apposta per il mio blog da Simone. E sono contenta e onorata per questo.
Vi lascio alla lettura e che possiate apprezzarne il testo quanto me.
~
Sono nel centro … ma non nel centro del mondo … ahimè, sono soltanto nel centro commerciale vicino casa…
Apro un bigliettino natalizio musicale, con le lucine che fanno da cornice ad una “frase da cioccolatini”, e mi sento improvvisamente molto più in sintonia con i cattivi dei film di James Bond, che sono sempre alla ricerca di quel famoso pulsantone rosso che farebbe sparire la razza umana …
Ma tutti oggi dovevano venire a fare la spesa?! … Sarò drastico … ma io credo che siamo in tanti, o meglio siamo in troppi … perché in fondo, i numeri si contano, ma le persone si pesano … e mentre peso le zucchine alla bilancia automatica … che numero sono? ah sì, 24 … dentro di me prende forma un’idea … non so da dove arrivi, si genera da sola … si auto costruisce … come i mattoncini colorati di Lego, che mi circondano in questo infinito labirinto dei balocchi … un’idea colorata …
“Sono fermamente convinto che la solitudine non sia il problema da risolvere, ma sia la soluzione al problema!” mi dico mentre raccolgo l’ultimo mandarino rimasto solo nella cesta …
Mi rendo conto che sono finite anche le arachidi … zero, nada, estinte … estinte … a proposito, vi rendete conto che siamo l’unica razza che ha il privilegio di poter scegliere se eclissarci per sempre … o fermarci prima, fare qualche passo indietro … qualche passo laterale … e ricominciare nella giusta direzione … e per quanto sia paradossale, non abbiamo ancora scelto … e nemmeno io ho ancora scelto … compro il cous cous o la quinoa, mhhh …
I rinoceronti bianchi non hanno la possibilità di scegliere di non essere bracconati … così come i coralli non possono scegliere di smettere di “fiorire” … ma noi questa fortuna ce l’abbiamo, e finora la stiamo sprecando …
Umani … Favoriti dalla sorte dovremmo chiamarci … qui in fila alla cassa, qualcuno di noi potrebbe addirittura vincere uno smartphone … … …
Eppure tutta questa sorte favorevole io non sento di meritarla … ci continuiamo a ritenere la razza predominante sul pianeta, ma dovremmo imparare a vederci un po’ più dall’alto … a decentrare la nostra attenzione, da noi stessi, a ciò che ci circonda … e per farlo non ci serve certo “Google Earth” …
Sappiamo solamente metterci al centro … e questa volta sì, ahimè … al centro del mondo …
Sono circondato da poesia in movimento, bellezze indescrivibili, e un’infinità di macchine in coda, in uscita dal parcheggio del supermercato … che fanno danzare i tergicristalli sui loro vetri appannati … c’è bellezza in tutto questo … eppure nemmeno la donna più bella del mondo sarà mai bella come un lupo che caccia al chiaro di luna … nemmeno il più tenero sorriso di un bambino, sarà profondo e sincero come gli occhi di un gorilla sotto la pioggia… nemmeno il più elegante reale d’Inghilterra, sarà nobile quanto la corsa di un cavallo sulla sabbia… al concorso di Miss Universo, dovrebbero partecipare anche i fiori … in lista per l’Oscar al miglior film, dovrebbe ricevere una candidatura anche la barriera corallina … e nei più prestigiosi musei delle grandi città, dovrebbero essere in mostra anche i fiocchi di neve …
Non siamo poi così bravi e belli come crediamo alla fine … Sarei curioso di vedere chi vincerebbe … a proposito, chissà chi ha vinto X-factor … fammi fare una ricerca sul pc …
Eppure siamo in grado di comporre epiche sinfonie … di scolpire statue eteree… e di creare divini poemi …
Ma non meritiamo le armonie di Mozart … i felini hanno orecchie più acute delle nostre, loro sì che sarebbero degni di tanta limpidezza … eppure la mia gatta sembra più interessata alle buste della spesa che ho appena appoggiato sul pavimento, piuttosto che al “Requiem in D minore” del più grande genio musicale mai esistito … che nel frattempo ho fatto partire su you tube …
Non meritiamo le sculture di Canova … la pelle dei serpenti è senza dubbio più pura della nostra … eppure potrebbero persino ritrovarsi ad ondeggiare, con la loro strisciante danza, sulle morbide curve marmoree di “Amore e Psiche” senza accorgersi neppure della perfetta levigazione del marmo, reso leggero e immortale …
Non meritiamo di studiare la “Divina Commedia” … gli ampi occhi di un’aquila sarebbero ben più preparati per accogliere cotanta luce poetica … eppure potrebbero persino ritrovarsi tra gli artigli l’immensa opera del Sommo Poeta, senza essere capaci neppure di leggerla …
Seguo le luci di Natale disseminate sulle ringhiere dei cancelli, come se fossi Pollicino e mi ritrovo a casa …
Queste ingiustizie mi annebbiano la mente, non so cosa è giusto, e cosa non lo è … sono confuso … non avevo comprato il latte di soia? boh, va beh …
Sotto il caldo getto della doccia, il caos del centro commerciale è già un ricordo … mi sento meglio … non mi sento adatto alle grandi masse … quando sono solo in una stanza, siamo già in troppi …
Decido di guardarmi un film di 007, ma non riesco a fare a meno di pensare che quell’ultimo mandarino … proprio come me, forse stava meglio da solo, o sul suo albero, se solo non lo avessi raccolto dalla cesta… penso che in fondo, alla zucchina non serviva essere misurata e pesata da me per sentirsi più felice …
E penso che anche oggi, a differenza del cattivone del film, l’unico pulsantone rosso che ho premuto è quello per annullare la transazione del mio bancomat … proprio non mi resta in testa questo nuovo pin …
Vorrà dire che lo terrò come buono proposito per il 2018 … oppure potrei scriverlo nella letterina …
“Caro Babbo Natale, quest’anno vorrei che l’umanità si destasse dal torpore che si è autoinflitta, e che invertisse la rotta per poter preservare tutto ciò che di bello ancora esiste e resiste … oppure se proprio vedi che non è cosa, e non ce la fai a svegliarci tutti … fai in modo che faremo un bel sogno lungo una vita, di modo da non combinare più danni, perché nessuno di noi combinerebbe danni, se seguissimo più spesso e con maggiore intensità il nostro sogno … e mi raccomando, ricordati di spegnere la sveglia!”
P.S.: salutami tu la Befana, e digli di non stare a passare da me, che con i tempi che corrono, dobbiamo cercare di limitare le fonti non rinnovabili come il carbone …
Buone feste a tutti quanti …
Simone Sendoh
Come è strana la vita!
E spesso carogna il destino!
A volte mi abbandono al disinganno di aver speso male il mio tempo.
Poi penso che se non ci fossero state giornate di pioggia, mai mi sarei accorta dei giorni di sole.
Ciò che conta, alla fine, rimane la reazione, l’atteggiamento di apertura nella capacità di dare un significato a quegli incontri e alle persone che, nel bene ma soprattutto nel male, hanno incrociato il mio cammino, rappresentando l’esempio da seguire o l’idea di un precipizio assoluto.
Ho avuto abbastanza coraggio nel non mutare il mio essere nonostante tutta la pioggia e il freddo preso.
E ci vuole coraggio si…a rimanere veri in questa società che lavora costantemente al modo migliore per allontanarti da te stesso.
Dunque, nonostante la scomodità che rappresento per certe persone, ho scelto di essere la donna che sono indipendentemente da quello che possono pensare o presumere di conoscere.
V.