Finestre accese,
carezze nella notte,
punti irregolari di
lucciole nel buio,
trame di illusioni
al confine incerto
tra la veglia e il sonno.
Strani cieli vaporosi
di rossastre lune
e mondi mai veduti
intrecciati al vero.
V.
Finestre accese,
carezze nella notte,
punti irregolari di
lucciole nel buio,
trame di illusioni
al confine incerto
tra la veglia e il sonno.
Strani cieli vaporosi
di rossastre lune
e mondi mai veduti
intrecciati al vero.
V.
Confusa cado
nella tua tela
intrecciata,
è una cupa foresta
dove il sole non osa.
Il passo è veloce
ed il morso feroce,
poi solo un corpo
inerme e sudato,
ma per fortuna
ho solo sognato.
V.
Bat Cave Bukit Lawang, Sumatra
Spiegami il perché
di questo viaggio
inaspettato
verso luoghi che non cerco…
Ho vissuto e ancora vivo,
ma non colgo
il punto d’esistenza
in cui mi trovo…
Amo stare qui
nel mio dolce rimanere
tra la terra e il cielo,
tra la riva e il mare…
Forte spira il vento
e gonfio è l’aquilone
che lontano mi conduce
tra spavento ed emozione…
E tu che altrove mi accompagni
quale vantaggio otterrai
dalla mia furia
quando sarò senza compagni?
Può sembrare sortilegio
il volo sopra l’aquilone,
ma è una brezza passeggera,
un sogno, un’illusione…
La trama è finta o veritiera,
ma chi mai potrà creare
un mondo nuovo per qualcuno
senza averne visto uno?
Se guardi le nuvole capisci
che il vento non le rende
somiglianti ai pesci,
lo sai che è solo un’illusione…
È l’enigma della tua immaginazione.
V.
Stromboli, Sicilia.
Ieri notte,
per la seconda volta nel giro di un mese,
sogno di stare insieme a Francesco Bianconi…
(mai ipotizzato nella vita reale).
Entrambi i sogni sono come in “Diorama”:
non esistono tempi,
nè prima e nè poi,
solo l’apice di una storia d’amore astratta,
fatta di poche parole,
di sguardi attenti
e di carezze rassicuranti
come la sua voce.
Quando mi sveglio,
litigo coi due tempi,
con quello dei sogni
e con quello della vita reale.
Riascolto “Diorama”
e prendo ancor più consapevolezza
che quei “Mondi Lontani”
senza tempo,
sono la fuga perfetta
da un mondo in rovina.
Ed è lì che mi sento al sicuro.
Sabina Gipsy.
Seduta all’ombra del mio tiglio
scorrono muti i miei pensieri.
Ragiono di me,
per me, su me,
su ciò che m’appartiene,
su ciò che non è stato mio.
Quant’è grande il forse?
Interrogo l’abisso del primordio.
Sono forse ombra?
Sono forse sogno?
Forse sono l’ombra d’un sogno.
E tu sei la vita che mi sfugge,
l’inganno d’un vagito lontano.
Sospesa trama dell’adesso
dove mi conduci?
V.
Sukhothai, Thailandia
te lo stendo davanti inchinando i miei mezzi sorrisi al tuo passaggio.
Ci sono manciate di parole da trattare alla stregua di altre ed io, se tu lo desideri, le muterò in rose deliranti che costelleranno i tuoi passi.
Esita pure se questa nebbia luminosa ti spaventa e se i guizzi della mia mente si mischiano a pensieri di lame, arretra di qualche passo per non farti scalfire dal loro tagliente ma in realtà fragile bacio.
Comprenderò e non biasimerò il tuo istinto.
In questo regno veniamo avvolti e vestiti da sete orientali brunite d’oro e diamanti. Seguimi e scegli la magia più alta, quella che dal nulla crea i suoi innumerevoli universi.
Danza con me, finché la cadenza dei passi vibra solenne.
V.
Il Pifferaio, Èduard Manet, 1866, olio su tela.