La barca fila come un sogno
tra lucciole e lanterne,
in un luogo di silenzio e di luna,
di domande e di risposte.
Sola,
cammina senza peso
e scioglie i nodi negli occhi,
in quell’indefinito altrove
dove finisce il cielo e comincia la terra.
Tutto si fonde
in una piacevole ambiguità di colori
e di forme incerte…
non si tratta di un gioco di prestigio
ma della magia più alta,
quella che dal nulla crea
i suoi innumerevoli universi.
Incede con passo lento,
la sua ombra si estende
in una geometria sfalsata,
sconfinante da ogni
cosmo immaginabile.
Il suo cuore tachicardico
pareva aver trovato pace,
e ora sibila
come il colpo dell’arco
tra passati lontani
e futuri auspicati.
L’alba dai pallidi toni violetti
riflette il suo sguardo d’ ametista…
uno sguardo
pregno di consapevolezza
e dell’amara rassegnazione,
di non poter condividere
la magnificenza del creato.
Lei però non sa,
che in un momento
di distrazione,
all’improvviso, senza accorgersene…
qualcuno vedrà
la sua scintilla d’anima nell’ombra,
tenderà la sua mano
e le dirà che non è sola
e nello squarcio di una sera
sarà di nuovo primavera.
V.

