Al mondo indifferente
le lacrime nascondi,
mentre il corpo
si fa gabbia
e l’oscurità imprigiona
labbra e lingua…
L’alba non blandisce
l’ombra e il giogo
dal morso del destino
che premendo schiaccia
e non ti alzi
a salutare il mondo…
Poi t’abbandoni
all’indomita prigione
e ai pressanti dubbi
che il sonno non
riesce ad allentare
mentre muti…
Piano piano crolli
in atomi sottili
dediti al travaglio,
poi sbrigativa fissi
i volti affascinati
dal tuo stupendo volo.