BUONA PASQUA 2019

Cari Amici aggiungo ai miei voti augurali le riflessioni e gli auspici di iago. Buona Pasqua a Tutti.

Cara Valentine, ogni anno la Quaresima ci ricorda la necessità di compiere un cammino per comprenderci e sorprenderci.

È un percorso interiore, spesso faticoso, che cerchiamo di rimandare o sostituire con la più comoda autostrada commerciale, il surrogato del dono, l’effimero regalo, il tributo necessario, l’alibi per non fare i conti con se stessi e con gli anni che passano.

Ogni anno che passa imparo qualcosa, ma la vastità che ignoro è il limite che non riesco a misurare. La siepe che mi impedisce di guardare l’interezza di un’avventura affascinante.

Il 2019 porta anche il peso e la responsabilità degli anacronismi e delle idee stantie che ostacolano il cammino dei cittadini verso la consapevolezza dei propri diritti.

La consapevolezza, cara Valentine, è ciò che ci permette di essere sempre vigili e di vivere il presente per sentire, crescere, amare e dare forma alle cose ed ai progetti, tenendo a bada chi vorrebbe innestare nelle Nostre menti il “pilota automatico” per farci perdere il contatto con l’unico momento che conta, quello presente.

Invito, quindi, chiunque sia interessato a recuperare la ricchezza dei propri momenti: ad essere presente a se stesso, ad uscire allo scoperto per rivendicare i propri diritti, ad essere consapevole dei propri doveri, ad essere pronto a vivere il cammino che ha scelto di intraprendere, senza lasciarsi sopraffare dall’indottrinamento che lo spinge e lo considera “consumatore”.

La Pasqua è una festa importante, la soglia che cadenza il dogma del ritorno e, indipendentemente dalla fede, riguarda Tutti: nell’alternanza tra il giorno e la notte, la gioia e la tristezza, la sofferenza e la speranza.

Ogni giorno percorriamo le strade conosciute indossando la monotonia del conformismo.
Ogni giorno chiudiamo gli occhi per non vedere che alberghiamo in una società impersonale, boriosa, supponente, tristemente incapace di mettersi in discussione.

Che uomini siamo? Fino a quando riusciremo a turarci il naso per sopportare il tanfo di sentina emanato dai pensieri contorti di una classe dirigente senza slancio morale, tenacemente avvinghiata alla poltrona e ai privilegi?

Fino a quando riusciremo a voltare le spalle ai problemi dell’oggi che ipotecano il futuro?

Fino a quando fingeremo di non capire che senza democrazia, giustizia, educazione, fiducia, condivisione e responsabilità sociale, precipiteremo nell’abisso?

Quale cinismo domina l’agire? Esistono temi che devono essere affrontati per non farli naufragare, sebbene costituiscano la trama e l’ordito di qualsiasi tessuto collettivo che voglia definirsi civile.

Quando il modello di sviluppo in auge, segnato: dall’imperante hybris tecnocratica, dalla voracità di quattro porci a piede libero, dalla temibile corruzione politica, dall’eccezione permanente, dall’analfabetismo etico-culturale, dall’ignavia e dall’irresponsabilità individuale dei custodi della legge, dalla demolizione dei diritti, dallo smantellamento del welfare, dalla precarizzazione sociale, dalla collusione dei media e dall’incapacità di capire quando è il momento di fermarsi; incrocerà il furore del popolo, che faremo?

La fame non conosce legge e due sono i potenti: chi ha molto e chi non ha niente.

Per tutti arriverà il giorno del redde rationem e allora si dovrà scegliere senza ipocrisia, dando a ciascuno il suo: “Reddite quae sunt Caesaris Caesari et quae sunt Dei Deo”.

Guardiamoci allo specchio e interroghiamo l’immagine con la consapevolezza di chi non può mentire a se stesso e, forse, alla fine del cammino scopriremo: il lampo che illumina la notte, luce che rischiara la necessità di custodire ciò che ci appartiene; il calore di chi ci ama, la gioia del cuore; la viva fiamma della Pasqua che avversa la tempesta e non si spegne.

In questo Nostro tempo frettoloso dobbiamo cogliere l’istante del contatto e le sue infinite possibilità per riscoprire il vero senso della vita, superando i laceranti compromessi e la fragilità delle parole.

Dobbiamo sforzarci di vivere con gli occhi aperti per imparare dagli errori, sempre pronti a rialzarci dopo le cadute, predisposti all’ascolto dell’altrui disperazione e preparati ad aggredire le ingiustizie.

E quando le delusioni prevarranno e la vita ci sembrerà insopportabile potremo ancora scegliere di essere liberi, anche dalla convinzione di sentirci vittime delle circostanze.

Questa è la vita, il filo teso tra l’alta vetta e la caduta. Qui non si torna indietro, si resta e si combatte senza vacillare. Nessuno scappa e nessuno si ammutina.

Solo i codardi scappano di fronte alle difficoltà e alle intemperie della vita. Solo i codardi abbandonano il campo di battaglia.

Solo i codardi meritano la poesia che dedicai ad un loro insigne rappresentante:

Semplicemente,

non c’è volontà di crescere e capire.

Con le palpebre chiuse è facile cadere.

Atona è la voce di un volto senza luce.

Dimmi cosa resta della tua anima tradita?

La ragione non dà scampo,

solo l’anima ti resta

mentre il corpo cede il suo vigore.

Sei solo l’ombra di un’idea,

l’accento di un codardo

e la mia speranza aspetta

il riscatto del vile.

Per chi ha fede la Pasqua rappresenta la gioia di una vita nuova, la gloria di Gesù che sconfigge la morte e indica il cammino.

Per i non credenti la Pasqua ha tanti significati differenti.

Auguro a Te e agli amici di riconquistare il tempo da dedicare alla gioia degli affetti e al calore delle emozioni, incidendo ogni istante nel grande libro della vita… che non finiremo mai di leggere.

Auguri, iago.

4 pensieri su “BUONA PASQUA 2019

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