Alzò le braccia al cielo e cadde,
svampando come il ramoscello
arso dalla lava incandescente.
Così, senza un grido od un lamento,
perí l’ultimo nocchier dell’avanguardia.
La flotta, preda d’un terrore ignoto,
ammainati i baldanzosi drappi,
verso il patrio mar volse le prue.
Solo con la forza d’uno specchio,
l’ingegno smisurato d’Archimede
arse le possenti navi senza fiamma.
Fu forse all’ombra del vulcano
ch’egli partorì cotanta furia?
O fu un capriccio di quei Dei
che già pregammo invano?
Oh quante volte ignorarono la prece
d’un popolo in catene!
Qualsiasi cosa fu servì allo scopo.
Per anni le voraci orde dei nemici,
si ritirarono confusi dalla pugna,
tornando mesti sui lor passi.
Ora non salgo più su quelle dune,
ove il mio sguardo perso all’orizzonte,
cercava le vele dell’ennesimo invasore.
Adesso, sgombra da paure e gravi lutti,
ripensando ai flutti che celano i relitti,
quella calma ed accogliente spiaggia,
afflitta dal furor di tanti scontri,
a tutti pare inaccessibile scogliera.
V.

Vulcano Bromo, Indonesia 🇮🇩
E’ a dir poco splendida!
Che gioia leggerti!
ti mando un caro saluto
Adriana
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Grazie Adriana, è sempre bello ricevere un tuo commento e parere! Ti abbraccio
V.
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Molto musicale .. davvero brava👍 un abbraccio🤗
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Grazie di cuore cara 😊 ti abbraccio
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Bellissima composizione.
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Grazie davvero!
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Concordo con chi, prima di me, ha definito musicale questo tuo scritto! E’ se di similitudini musicali dobbiamo parlare, è impossibile non godere dell’intonazione che la frase “con la forza di uno specchio” ti lascia mentre la leggi … sei riuscita a donarci musica antica …
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E’ musica antica solo per chi si sa immergere davvero, grazie di cuore!
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