La Quercia

Qui dove domina l’inverno

ogni elemento si scatena

nel furore di tempesta,

ma io sono fuscello

e non reggerò alla furia.

E tu che connetti

i tre piani d’esistenza…

tu, greve pelle di corazza,

radice salda come roccia,

emblema della selva,

accorri al mio richiamo

e sii il mio scudo ora…

All’alba la luce tornerà

e sarai sempre tu

il simbolo potente…

Il vegetale refrigerio

che anima la vita…

Così esisteremo insieme,

sempre svettanti

al mutar delle stagioni…

e ad ogni risveglio

avrò fiducia nella sorte.

V.

Il dipinto è di Gaia Gea Anastasio, potete seguirla sul suo profilo Instagram @gea_life e trovate i suoi lavori artistici seguendo @gea_life_art

Il dipinto è di Gaia Gea Anastasio, potete seguirla sul suo profilo Instagram @gea_life.

Trovate i suoi lavori artistici seguendo sempre su ig @gea_life_art.

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Gli specchi

Alzò le braccia al cielo e cadde,

svampando come il ramoscello

arso dalla lava incandescente.

Così, senza un grido od un lamento,

perí l’ultimo nocchier dell’avanguardia.

La flotta, preda d’un terrore ignoto,

ammainati i baldanzosi drappi,

verso il patrio mar volse le prue.

Solo con la forza d’uno specchio,

l’ingegno smisurato d’Archimede

arse le possenti navi senza fiamma.

Fu forse all’ombra del vulcano

ch’egli partorì cotanta furia?

O fu un capriccio di quei Dei

che già pregammo invano?

Oh quante volte ignorarono la prece

d’un popolo in catene!

Qualsiasi cosa fu servì allo scopo.

Per anni le voraci orde dei nemici,

si ritirarono confusi dalla pugna,

tornando mesti sui lor passi.

Ora non salgo più su quelle dune,

ove il mio sguardo perso all’orizzonte,

cercava le vele dell’ennesimo invasore.

Adesso, sgombra da paure e gravi lutti,

ripensando ai flutti che celano i relitti,

quella calma ed accogliente spiaggia,

afflitta dal furor di tanti scontri,

a tutti pare inaccessibile scogliera.

V.

Vulcano Bromo, Indonesia 🇮🇩

La prima Ira

Grazie ad Eleonora Viggiani per avermi donato un altro suo scritto da condividere con voi.

~

In questi giorni che finisce un’era mi ritrovo con non poca Ira, che se non era per sua parola sarei sospesa ben oltre l’ora.
Per ogni mai che prendo al tempo reggerò il gioco a un giorno intero. Passerà luna, camminerò ombre sulle sue onde alzate al mare nei giorni a te che resti chino sopra lo specchio e cerchi me nel suo riflesso, ma non ti accorgi dei giochi, falsi assi nella partita che fai di me.
Se pur vittoria, che cosa resta per dono a me?
Volevo te senza clamori, speravo te senza preghiera, ed ora guardo solo la scia che segna il passo solco di te.
Il cielo aumenta di volta in volta e mi trasporta lontano in se che non ritrovo neanche l’onda che mi richiama per farsi me.
Son dove sono e come sono lo vedo in te che sei disperso al capoverso cercando me.

Eleonora Viggiani

L’assenza

La mia ombra

scivola sui muri

di questa stanza

chiusa al mondo.

Ho dato vita al tempo

per avere competenza

contro gli errori

e l’ignoranza…

che chi vanta intelligenza

chiama inesperienza.

Il tamburo del mio petto

altero batte

fingendo sufficienza,

ma in segreto urla…

e piange la tua assenza.

Da troppo questi occhi

aspettano il tuo volto

e ora sono stanchi

di lacrime e collirio.

Uscirò da questa stanza

per cercarti…

per cercarmi…

Per dare un senso al vuoto.

V.