Donna di cuori

Un sentito ringraziamento ad Eleonora per avermi donato il suo scritto da condividere con voi.

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Donna di cuori è anche al rovescio come se fosse di fronte a uno specchio per decidere del suo alterego. Penso a lei qui dentro, la penso da un pò anche se non m’appartiene che nel ricordo. Penso a lei magnifica e superba, lei che ora mi guarda di traverso e vede al rovescio. È infelice per ciò che non ha, perfettamente attenta a crogiolarsi nelle mancanze e nei vuoti di colore. È  divenuta assenza di cuore a cui manca lo spazio per esserci, e par dirmi che invidia anche la moltitudine della mia solitudine. Rampicante urticante dove non cresce altro, fiori giallo zolfo per ogni lacrima che strappa, ma gliele concedo a speranza che cada da lì dov’è abarbicata. È la cima più alta della torre più bella ma vorrebbe comunque frantumar le altre perché non le governa. Mal sopporta il riflesso di sé e gioca a scacchi sola per non perder nessun re. Non ride, non crede, non brama alcun erede. Si strugge e distrugge. Non chiede, pretende. Gialla rosa di vetro donata ad ogni mio inverno, trama svelata di una fiaba mal celata, amore non degno perché senza pegno. Ma lei non mi guarda, bugiarda sorride e graffia la faccia. Per ora è scomparsa, sommersa, ma so di volerla. Non ora, non qui, ma da qualche parte si.

Eleonora Viggiani

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Paradosso

Ecco l’abisso senza nome

di una società sempre più sola.

Non c’è posto dove andare,

non possiamo più scappare.

Cresce nell’angoscia la paura,

dell’orribile ferocia dei viventi.

È un mondo senza Dio

che non scorge la presenza

del popolo che soffre.

Tra progetti e paroloni

l’umanità si perde

e la povertà dilaga.

Straripa oltre l’arbitraria soglia

decretata dagli esperti.

Cos’è la povertà?

È solo un concetto,

una parola,

una mancanza,

un vezzo.

Ma chi è povero davvero?

Il gregge o il suo padrone?

V.

Piazza del Duomo, Milano.