Le confessioni vengono sussurrate, scritte ma mai inchiodate come quadri…
Rimangono sospese come polline nell’aria
V.
Le confessioni vengono sussurrate, scritte ma mai inchiodate come quadri…
Rimangono sospese come polline nell’aria
V.
Poesia inviatami da Iago, so che non posso custodirla solo per me, quindi la condivido con voi! Iago non ha un blog come mi hanno già chiesto, è uno spirito troppo libero per averlo ma so che leggerà i vostri commenti. Buona lettura!.
Chi sei e perché dibatti
ciò che non comprendi?
Più alte leve muovono i valori
di chi non anela ai molti inverni.
Limpido il pensier, salda la roccia
e rapida l’azione nella pugna.
La mente domina il giudizio
e i muscoli in tensione
concretano l’azione.
L’identità prescinde dal vessillo,
e l’evento è solo utile allo scopo.
Solo o coi fratelli il guerriero
scende in campo,
sempre alla mercede
del destino che scompagna.
Non c’è odio, né rancore,
né ferocia, né vendetta.
L’ideale vince la paura
e non esistono gli eroi.
La sola forza è forma cieca
che giustizia non produce
e la motivazione insufficiente,
come l’illusione del saccente.
Il Guerrier non si concede al vanto
e crede necessaria l’obbedienza,
reputa falsa la grandezza
e non degrada la giustizia.
Nulla chiede il Cavaliere al proprio Duce
e non spreca in vane lodi la sua voce,
il giuramento ne vincola l’essenza
e il concreto sconfigge l’apparenza.
La propria libertà
asserve alla sua Patria
e non idolatra il soldo.
Onora chi lotta per servire!
È la necessità che domina
i suoi passi.
Perché cotanto cruccio
che disdegna una risposta?
Non servono risposte,
sei troppo indaffarato
e i tuoi occhi sono chiusi.
L’anima è sogno
e la materia solo fiume.
La vita è guerra,
la fama oblio.
Son colei che marcia
e ti sorveglia,
l’equilibrio oltre la vista.
La finitudine del cerchio.
Il significato del vagito
al ciglio dell’abisso.
Son colei che pareggia
Alessandro al mulattiere.
Nulla potrai opporre
al mio giudizio.
Io sono il tramonto e la caduta.
La mia lama già minaccia la tua spiga
e non c’è scampo al balzo.
La tua risplendente luce
ha già consumato il cero.
Dimmi ora che sei pronto.
Iago.
Bangkok, Thailand
È un momento di relax piuttosto strano, quando dall’alto vedo l’agitarsi di un mondo a sé.
Come api impazzite di un gigantesco alveare… tutti sfrecciano tra traffico, rumori, odori (spesso di olio ribollito al massimo), disordine e contraddizioni.
Io e Jacopo ci perdiamo in poco tempo, le strade son tutte uguali ma diverse.
Eccetto noi, il resto sembra sapere dove andare.
Ho visto blatte, topi e molto altro sottolineare le scarse condizioni sanitarie, ma ho anche visto persone senza denti regalarmi sorrisi Hollywoodiani per la strada senza un reale motivo.
Non riesco ad evadere e lasciarmi andare al relax, sono stregata da questa terra e anche innamorata!
Appena messo il primo piede nell’acqua, la mia mente si era già tolta le scarpe e correva dentro i miliardi di cavi elettrici che percorrono questa assurda città.
V.
Bangkok, Thailand
Premetto che non sono una buona giocatrice ma lo trovo un gioco affascinante.
Se vai nei posti giusti ti fondi con un’atmosfera perfetta.
Adoro il mischiarsi del fumo alle luci soffuse, il panno verde, il lento collidere delle biglie…
Osservo gli altri giocatori studiare una strategia, assumono un’aria professionale vestita di nero che ha il sapore del bluff.
Indovinare la traiettoria delle bocce nella loro danza insensata è sempre una sfida.
La vita è uguale.
Li guardo concentrati a calcolare i giochi di sponde e i probabili rimbalzi. A volte riescono nell’intento e fanno un sacco di punti, altrettante bevono con avidità disdicevole.
Che perdere in sé ha un gusto troppo amaro, si digerisce poco.
V.
Sostieni il mio reinventarmi,
Insegnami a placare la mente
con le leggi del divenire,
Rendimi discepola di Eraclito,
fiamma di fuoco che condensa
e crea il creato.
Custodisci in me un’ anima arcaica,
vergine degli inganni.
Sotterra i miei tormenti
che pugnalano la notte.
Mostrami lo spessore,
dove si nota il confine
che la pelle degli occhi è troppo sottile.
Dammi la buonanotte,
Scandisci il sogno dalla veglia,
Fammi sentire viva al risveglio.
V.
La Natura è sempre un passo avanti all’Umanità.
V.
Parco Nazionale dei laghi di Plitvice, Croazia
Qualche anno fa ho regalato alla bambina dei miei vicini un bel libricino che parla della rivolta delle lettere minuscole contro le Maiuscole.
Venne, infatti, il giorno in cui la piccola a, stufa di subire le prepotenze della grande A, convinse tutte le minuscole a scappare con lei.
“Pazienza, dissero le Maiuscole, faremo a meno di loro!” Ma fu un grave errore lasciarle andare, perché senza le minuscole non funzionava più nulla.
V.
Ricordo quella notte, eterea e sottile.
Ho aperto il mio essere alle vibrazioni pure, staccando l’anima dal mio corpo.
Per un tempo impercettibile e non quantificabile ho capito chi ero, chi fossi e chi sono, mentre tutto svaniva e fluttuava, facendomi attorcigliare a mezz’aria come la combustione lattea.
Nulla era più in grado di scalfirmi né la materia né il tempo imbrigliato negli orologi, nelle clessidre.
Ero diventata uno spiffero scampato dalle menzogne, dalle ingiustizie e dagli inganni.
V.
Foto scattata al concerto di Ludovico Einaudi
Da quando venne inventato l’orologio (in pieno Medioevo), il tempo cominciò a perdere il suo legame coi cicli solari e lunari, il ritmo delle stagioni e mietiture, degli eventi e avventi.
Il tempo cessò di avere legami col vissuto, tramutandosi in poltiglia inconsistente.
Tempo-lavoro-denaro diventarono e sono tutt’oggi un’unica, identica sostanza monetizzabile, sulla quale il mercante può speculare.
Si continua a risparmiare sul tempo nel modo più materiale possibile, contabilizzandolo fino al nanosecondo.
La nostra vita si riduce ad una sopravvivenza prolungata, basata sul consumo di tempo, lavoro e denaro.
E proprio per questo il tempo si è perso.
Perso per voler guadagnare troppo!.
Milano, Piazza del Duomo