L’Amore

è in assoluto la parola più equivoca del vocabolario umano.

Chiamiamo amore la caritá e chiamiamo amore la prostituzione.

Chiamiamo amore la dedizione agli altri e la strumentalizzazione degli altri.

Chiamiamo amore l’innamoramento e l’accoppiamento, lo spirito e il corpo, il piacere e la pena, il vizio e la virtú.

L’amore è per me una specie di elettricitá multiforme che attraversa tutti i fili dell’esistenza: brucia e riscalda, accieca ed illumina.

La sua equivocitá sta nel fatto di trovarsi dovunque; nell’essere e negli enti, nel bene e forse anche nel male.

l amore

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Follia

Ed ho riperso il tempo del mio vivere ramingo,

sola, vuota e stanca il mio spirito vaga verso l’oltre.

E valico il confine dell’usuale

lercia come un animale.

Nulla mi ferisce

eccetto il ghigno che imbruttisce.

Fuori dal candido e molliccio consueto,

ove lo spazio ed il reale scolorano nel vano,

percorro barcollando strade senza nome,

per porti senza moli e navi senza vele.

Sospinta da un sordido malanimo

navigo ai bordi di un abisso

senza luogo e senza tempo.

Il sole abbacinante impallidisce e sfuma

quando il mio bicchiere vince ogni paura.

Nuova libertà s’accalca e pressa al vacillar

dell’ultimo presidio dun’io senza più scampo.

Dalla terra alle alte vette volo e cado

nell’indifferenza di volti senza sguardo.

Denti senza labbra strappano le carni

ma nulla riuscirà a contener  lo slancio.

Lo strazio non ammorba la speranza

d’una libertà sofferta,

aliena alle regole dei molti.

V.

unnamedUn ringraziamento speciale a Martina in arte Malah che mi ha regalato per questa poesia, lo scatto perfetto all’interno dell’ex Manicomio di Mombello. Vi lascio il suo sito Instagram: malah_cola

 

Il Misterioso Libro della Vita

Ognuno percorre la propria strada e corre incontro al suo destino.

La vita è come un libro segreto, un diario intimo scritto in modo diretto e senza filtri.

Riemergono i ricordi e i flussi della memoria si ricompongono, ordinandosi, nella coscienza che racconta l’esperienza della prova in un vissuto altalenante, gioioso e doloroso.

A cosa servono i giudizi? A cosa servono i propositi? Restano i perché e la retorica è lontana dalle pagine di un libro sconosciuto.

Calano le ombre e il mondo smarrisce i suoi colori. Il tempo si dilata e il pensiero si attorciglia perdendo il senso di un presente omicida del futuro.

Quando si sfaldano i legami riscoprendosi fragili e insicuri, si perde il contatto con se stessi e si chiudono le porte.

La vertigine dell’oggi ci sovrasta e ci deprime allontanando la scintilla che può infiammare la speranza di una possibile apertura verso l’alterità, verso un nuovo Noi, un orizzonte di senso per contrastare le entropie dell’Io.

Ciao Luca, ci manchi.

V.

unnamed

Un Regalo per Me da Iago

Ciao Valentina,

oggi ho visitato il tuo blog e ho avuto modo di apprezzare alcune considerazioni che meritano di essere meditate.

Ho colto la profondità e l’eleganza, nel tratto e nella forma, di coloro che lo frequentano riaccendendo il lume.

Ti ho inviato un regalo, intimo, un segno di affetto e di custodia affinché tu possa trovare il tempo per accarezzare i sogni e i ricordi della gioventù che passa.

Accettalo per quello che è: un lascito interiore, il passaggio del testimone affinché le idee e le meditazioni sul vissuto riprendano corpo e vigore.

È un invito alla riconquista del silenzio e della quiete, quando, turbati dal frastuono di una società tradita non riusciamo a ritrovare il senso della vita e la bellezza delle cose.

La nostra è una società intrisa di cialtroneria e sfrontate menzogne, immersa in una strana commedia senza Dio e alla disperata ricerca del profitto.

Guarda gli occhi di chi soffre e chiediti perché.

Al crepuscolo tutto è genuino, puoi parlare con te stesso e gli altri senza inganni e senza veli, chiamando le cose col loro nome. Puoi mostrare le vere convinzioni senza cortine fumogene. Puoi fare il bilancio e pesare le paure della sofferenza e del vuoto.

Puoi persino scoprire il senso del distacco dall’effimera apparenza racchiusa nelle “maschere” di una civiltà che, presto o tardi, ci restituirà il patetico volto dell’uomo. (Mi è piaciuta e mi ha ispirato la tua bellissima poesia sulle maschere).

Alla fine del viaggio potrai persino comprendere perché non solleverò la polvere del tempo:

La polvere del tempo

Ho nostalgia degli attimi

e dei luoghi d’una curiosità bambina.

Non solleverò la polvere del tempo,

non svelerò l’imperfezione dei ricordi,

non esplorerò la caducità dell’esistenza,

non riparerò le rovine di quei muri.

Non mi farò sorprendere

dall’ansia d’una eternità fittizia.

No!

Non solleverò la polvere.

Terrò per me questi frammenti

racchiusi dentro l’ambra.

Amerò l’imperfezione delle rughe

per non perdere il contatto col reale.

Iago.

Caro Iago ti voglio ringraziare per questo dono inaspettato. È un dono di valore, forse il più prezioso tra i tanti possibili.

Cari Amici, non vi dirò chi è Iago e non vi spiegherò il perché di questo dono significativo e rilevante. Vi dico però che mi ha regalato un libro, il suo libro, intimo e distante dal mercimonio dell’editoria.

Mi ha regalato ciò che non può essere comprato e non ha prezzo, un viaggio interiore racchiuso nello scrigno del vissuto.

Iago è un “Guerriero”, mi ha raccontato le storie delle battaglie interiori che segnano l’anima, portandomi per mano tra le strade sconosciute e i luoghi inesplorati della sua esistenza, all’interno di un percorso dove gli sguardi e i volti, le parole e i gesti, prendono forma e si dilatano, annullando le distanze che mi separano da loro.

Oggi più che mai, cari Amici, abbiamo bisogno della bellezza della poesia e del valore della cultura per sopravvivere alla menzogna e non rimanere schiacciati dall’insostenibile peso della ragione a posteriori.

Nonostante la buona volontà e l’ottimismo basta alzarsi presto e girare nei luoghi in cui l’umanità si svela e raccoglie i cocci di una vita che, a volte, non merita di essere vissuta.

Nei volti di quell’umanità tradita scorgo il peso della vecchiaia, la tristezza e la solitudine di chi sa di non contare nulla anche se ha dato tanto, ha dato tutto per rendere migliore un Paese che oggi non vede e non ascolta.

Iago mi ha detto che il blog lo ha piacevolmente sorpreso e così ha ricambiato con un dono l’analogo regalo ricevuto da un altro guerriero, “Valerio”, “affinché le idee e le meditazioni della vita prendano corpo e vigore nelle pagine di un libro:

Ogni libro è un viaggio… verso l’età matura passando tra i meandri dei ricordi, nei luoghi della memoria, tra i sogni dell’adolescenza.

L’esistenza è un margine in bilico tra sogno e realtà.

Maturità è prendere coscienza di se stessi, di aver perduto la gioventù, di essere invecchiati.

La speranza di un viaggio… agevole e piacevole per chi, chissà come, chissà perché, abbia incrociato, oppure nel futuro, incrocerà la mia strada.

Finché ci sarà tempo, finché il mondo girerà vorticoso e gli eventi futuri si rispecchieranno nel passato restituendoci un ciclico presente furibondo e inarrestabile, io mi illuderò di credere in una nuova giovinezza…

Ciao Iago.

Ho incrociato la Tua strada… e Ti ringrazio per il viaggio che condividerò con gli Amici del blog.

Valentina.

Cubista

Lunghi  capelli  avvolti dal  fumo

mossi e lucenti in denso profumo,

splendidi occhi verdi e brillanti

proiettano  sguardi  accattivanti,

naso  perfetto,  carnosa  bocca,

sicuro l’effetto per chi la tocca,

vestito  stretto  e  conturbante

dal  reggiseno  alle  mutande,

gambe lunghissime e ben definite,

scarpe strettissime col tacco a vite,

corpo sudato e pelle abbronzata,

tutto studiato per la serata,

zigomo forte, volto di cera

e le movenze di una pantera,

balli e ti muovi al ritmo giusto

sia per la scena sia per il gusto,

osservi chiunque ti stia vicino,

prometti gioie fino al mattino,

languida e lenta incede la danza,

solo illusioni, nessuna speranza,

scruti dall’alto e mostri disprezzo

a chi vorrebbe pagare un prezzo,

finita la notte non sei più regina,

togliti il trucco e stacca la spina,

ritorna nel mondo, quello reale,

senza pelliccia, senza stivale.

V.

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La Sala degli Assenti

Ogni anno che passa mi cambia.

Tutto pare assumere una via più riflessiva e razionale, così l’istinto e la spensieratezza di bambina sembrano sfumare.

Finisco col camminare per i corridoi della vita e, tra prati fioriti e asfalti bagnati, decido di entrare nella Sala degli Assenti.

Entro, noto che tutto pare diventare albergo per la polvere.

Al centro si ergono le vostre statue, amici. Sempre lucide. Nonostante il tempo scivoli e i dispiaceri restino intrappolati.

Ne deduco che la nostalgia abbia un potere detergente. I simulacri non somigliano ai fantasmi intangibili che siete diventati oggi.

le statue ritraggono quelle sembianze da amici che nella memoria non hanno mai lasciato quelle vesti.

Ma ora ho scelto di chiudere definitivamente la sala, insieme a quella successiva delle “Presenze Assenti” della mia vita.

Ho razionalizzato il colpo, nonostante questo, non muterò il mio essere per qualcuno, non limiterò il mio bene o il mio dare. Analizzerò semplicemente con estrema delicatezza, le persone che meritano di essere realmente chiamate Amici.

Che come diceva Norman Douglas: “per trovare un amico bisogna chiudere un occhio; per tenerlo, due.”.

V.

unnamed

 Immagine presa dal video musicale del cantante rap Dydo, dove ho avuto il piacere di partecipare in veste di fantasma del passato.

Vi lascio il link della canzone: https://youtu.be/qiQvlXhspZg

Sospesa a mezz’aria

La stanchezza di stasera si mescola silente al profumo ovattato dell’incenso .

Esso sfuma i contorni della mia stanza…

Mi lascio cullare senza sforzo, specchiandomi negli infiniti panorami mentali pronti a consumare il loro calante esotismo.

Si sparpaglia un languido e sontuoso profumo di lavanda. E’ una sensazione piacevole, all’istante mi sento più leggera.

Non reprimo mai i pensieri .

Voglio che siano liberi .

Che almeno loro sappiano volare in alto, conoscere la libertà, librarsi ancora più su. 

E li osservo fino all’ultimo momento mentre impalpabili e cristallini, zampillano e si arrampicano lungo le esili brume. 

V.

incenso

Maschere

Nei tempi d’apparenza

bussi alla mia porta

ma io già ti conosco.

Vedo oltre quella maschera

l’antico intrigo delle corti,

la corruzione del pensiero,

gli assassini nei palazzi.

Non recitare la tua parte,

conosco la commedia.

Sei servo del potere che nascondi,

sei casta ammorbata di dominio,

sei nube che respinge la mia luce.

Nel vilipendio dei valori

sei tu l’artefice e la bestia

della mia libertà perduta.

V.

maschere

Chiaroscuro

La vita è un’ altalena che muove gli eventi a ritmi irregolari.

A volte capita che nei momenti di poco slancio, sopraggiunga l’incapacità di pensare positivamente ed un manto di onde negative, comincino ad avvolgere e confondere come una nebbia spessa.

Succede di finire in fondo all’anima con una bulimia di emozioni che non sono in grado di saziare e l’assenza di stabilità rimane incollata ad un’anima appiccicosa.

Eppure Signori, ho avuto la fortuna di conoscere chi mi è rimasto accanto lo stesso, nonostante conoscesse il peggio di me, i miei proverbiali rovesci d’umore, le improvvise malinconie, le ossessive inquietudini che uniscono certe mie ore in una cornice nera non adatta ai dipinti vivaci.

E così, pian piano, ho imparato a dominare l’effetto chiaroscuro del mio essere.

Ho cercato il buono nei miei pensieri, affilato l’ironia, reso aguzza l’immaginazione.

Non sarò mai una stella scintillante ma conosco il giusto meccanismo per muovere le ombre e regalare al mio mondo la luce che serve.

Se vi sembra troppo buio, allora restate fermi senza seguirmi, tornate indietro:

certe strade fluttuanti stendono i loro passi in territori chimerici ed ignoti, non a tutti graditi.

Il fatto è che sono qui per vivere, con i “pochi ma buoni” al mio fianco e tutto il resto fa solo da contorno.

V.

chiarioscuriParco del Valentino, Torino